Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, I.djvu/282

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malizia (a) , e quando viene (1) in niuna festa di niuno idolo, egli vanno al Gran Cane , e fannosi dare alquanti montoni, e legno aloe e altre cose per fare onore a quello idolo, perciocché gli salvi lo suo corpo, e le sue coi-e ; e quando quegl’ incantatori hanno fatto questo , fanno grande afumicata dinanzi agl’idoli di buone ispe- zie con gran canti, poscia hanno questa carne cotta di questi montoni , e pongola dinanzi agl’ idoli, e versano lo brodo di quella, e dicono che gl’ idoli ne pigliono quello che vogliono ; e in cotale maniera fanno onore agl’ idoli il dì della loro festa , che ciascuno idolo hae (2) propria festa, com’hanno gli nostri Santi (r). Egli hanno badie e monisteri ; e sì vi dico, che \ ha una piccola città , che hae uno monistero che hanno piue di dugento monaci, e veston- si più onestamente che tutta 1’ altra gente . Egli fanno le loro feste le maggiori agl’ idoli del mondo , co’ gli maggiori canti e co’ gli maggiori alluminari (d) . Ancora v’ ha un’ altra maniera di religiosi che fanno così aspra vita , come io vi conterò . Egli mai non mangiano altro che crusca (3) di grano, e fannola istare in molle (i) Alcuna festa di alcuno Idolo ( Cod Pucc. ) (2) Hae suo proprio dì , in che si fa la festa sua ( Cod. Pucc. ) (5) Crosta ( Cod. Pucc. ) (a) Negromanzia o Negromanzia voce derivata dalle greche vSKpoi morto e ¡xavreta. indovinemento; ossia iiidoviua- mento per 1’ invocazione delle ombre sul loro cadavere . Leggesi nel Maestruzzo: „ alcuna volta ( si fa 1’ indovinamente ) ,, per apparizione di morti e per lamenti, ,, e questa è chiamata nigromanzia,, Ne parlò Plinio lib. XXXV- c. 11., ne parlò Cicerone per burlarsene nelle (^uistioni Tusculane ( 1. I. c. )6. ) In questo luogo negromanzia significa incantamento o arte magica in generale . (б) Affumata ( Cod.Puc. ), la voce affumicata per affumicamento è citata dalla Crusca dietro questo esempio . (c) 1 Calmucchi fratelli dei Mogolli e seguaci del culto di Lama , festeggiano anche oggidì nel modo indicato i loro ìdoli, come può ravvisarsi da Pallas che ne ha descritti più diffusamente i liti ( Voy. t. II. p. ?.5o. ) Jd) T re sono le primarie sette della Cina secondo il Martini ( All. Sin. p. 6. ) il padre Samedo ( Ilist. de la Chin. p. i2Ò. e seg. ) e Barrow (Vojag. en Chin. t. U. p. ?.51. ) delle quali tratteremo nell’ appendice . La religione naturale essendosi corrotta per varie superstizioni Confucio si sforzò e riuscì in parte a nsta- bilirvela . La dottrina di Confucio serve di norma alla credenza e religione del Governo e dei Letterati . 2. La setta del Filosofo Lai-Kiun detta de’ 1 ao-tse , che è la setta Epicurea, i di cui seguaci sono tutti intenti ai sortilegi , incantesimi , e ai riti i più nefandi e più iniqui. 5. Il Culto di Fo o di Budda penetratovi dall India e dal Tibet. Alcuni parlano di una quarta setta della Yu-Kyau che non è che una assai recente interpretazione dei loro così (ietti libri canonici, che à formato scisma fra i letterati, ma che non è che un’ innovazione accaduta nell antico primiero culto ( Ilist. Gen. des Voy. t. VI. p. 3n>. e seq. ) Tanto i 1 ao-tse che il culto di Fo ha conventi e regolati numerosissimi, che praticano ogni sorta di sacrilegi e fattuchierie ( Sam. 1- c. ). Ma i seguaci di Fo, o del culto di Lama hanno un tal numero di regolali che tu asserito a Magaellanes esservi in Pekino 101G8 Bonzi celibatari e 5o22. coniugati. ( Ilei, de la Chin. p. 67- ) il Cult'’