Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, I.djvu/281

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6i ¡scioperarle (#) del pascere, che non si cansi (/;); e gli astronomi ( i), e gl’ idoli hanno detto al Gran Cane, che di questo latte si dee versare ogni anno a dì 28. d Agosto per l’aria e ]>er la terra , acciocché gli spiriti e gl’ idoli 11’abbiano a bere la loro parte , acciocché salvino le loro famiglie e uccelli e ogni loro cosa , e quindi si parte lo Gran Cane e va ad un altro luogo. E sì vi dirò una maraviglia , che io avea dimenticata, che quando il Gran Cane è in questo palagio, e e’ gli viene un mal tempo , e gli astronomi e incantatori fanno (ì), che’l mal tempo non viene in sul suo palagio, e questi savi uomeni sono chiamati Tebot (c) , e sanno più d’ arte di diavolo che tutta 1’ altra gente, e fanno credere alla gente, che questo avviene per (3) santità. E questa gente medesima eh’ io v’ho detta , hanno una tale usanza , che quando alcuno uomo è morto per la signoria (r/), egli il fanno cuocere,e mangialo , ma nò se morisse di sua morte: e sono sì grandi incantatori, che quando il Gran Cane mangia in sulla mastra sala, egli coppi pieni di vino e di latte , e d’altre loro bevande , che sono dall altra parte della sala , sì gli fanno venire sanza che altri gli tocchi, e vengniono dinanzi al Gran Cane , e questo veggiono bene diecimila persone, e questo è vero sanza menzogna ; e questo ben si può fare per nigro- (1) Astrolabi , e i Sacerdoti degl' Idoli ( Cod. Pace. ) (2) Co loro incantesimi ( Cod. Pucc. ) (3) Per loro santità ( Cod. Pucc. ) (a) Scioperare, per levare alcuno dalle sue faccende,ne allega esempj la Crusca, ma qui sembra tolta la voce nel significato di frastornare . (A) ('ansarsi per allontanarsi d’alquanto o discostarsi fu usato da Dante Purg. XV. ver. 14-2. „ Ed ecco a poco a poco un fummo farsi », Verso di noi, '■ome la notte, oscuro: „ Nè da quello era luogo da cansarsi . (c) Tebot 1’ edizione Ramusiana à Te- beth . Infatti gli orientali cosi appellano il Tibet ( Georgi Alpli. Tibet. ) e qui dal iHime della contrada si desume il nome degli abitanti . Questi Tebeth, di cui qui parla erano sarerdoti del culto di Lama, che recavansi in quelle contrade per farvi prosèliti, come fanno anche oggidì . Narra ilPallas che iBuriati,di cuihà parlato il Polo poco innondi che abiluuo ancora fra il fiume Ilok e il Lago Baikal sono tuttora idolatri e soggetti ai loro in- cantatori,ma che si recano fra loro i Sacerdoti di Lama zelantissimi di far dei proseliti per farli cambiare di religione* e molti di essi passano dall’ idolatria alla superstizione. Dal narrato si ravvisa che sino dai tempi del nostro viaggiatore i Tibetani si sforzavano di diffondere il loro culto in quelle contrade . II Padre Martini ( AtL Simp. i5. ) cosi discorre della religione dei Tartari ,, Religio apud ,, illos vix ulla. De Turcis pessime sen- „ tiunt, ac loqucntur . Aliqua tamen sa- ,, era vel superstitiones potius ab Indiae ,, sacrificulis ad eos manasse probabile „ est . Nani sacriticulos quas Lama vo- „ cant habent aliquos, amantque : (d) Signoria in significato di paese,o contrada sotto uno «lesso dominio .