Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, I.djvu/350

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100 ed (ci) era, (i) dal Gran Cane in fuori il maggiore signore del mondo, e il più possente d’avere e di gente; ma non sono genti d’arme, che se fossono stati buoni d’arme, ( alla forza della contrada ) mai non T avrebbe (2) perduta, che le terre sono tutte attorneate d’acqua n\olto fonda, e non vi si va per pome. Sicché il Gran Cane gli mandò un barone ch’avea nome Baia Anasa , cioè a dire Baia cento occhi (li)\ e questo fu negli anni Domini mille-duecento-settantatre: e il re delli Magi trovò per sua i- strolomia , che la sua terra mai non si perderebbe , se non per uno uomo che avesse cento occhi. E andò Baia con grandissima gente, e con molte navi, che gli portarono uomeni a piedi ed a cavallo , e venne alla prima città deli Magi, e non si vollono arendere a lui ; poscia andò all'altre infìno alle sei città, e queste lasciava , perocché il Gran Cane gli mandava molta gente dietro; ed è questo Gran Cane che oggi regna (3) . Ora avenne che costui prese pure queste sei città per forza , e poscia ne pigliò tante che n ebbe dodici, poscia se ne andò alla mastra città deli Magi, che ha nome Quisai, ov’ era il re e la reina. Quando il re vidde tanta gente ebbe tal paura che si parti dalla terra con molta gente, e bene con mille navi , e andò al mare oceano , e fuggì nell isole, e la reina rimase , che si difendeva al meglio che poteva ; e la reina domandò chi era il signore dell’ oste : fulle detto Baia cento occhi ha nome , e la reina si ricordò della profezia che abiamo detto di sopra , incontanente rendeo la terra , e incontanente tutte le città delli Magi s’a- renderono a Baia ; e in tutto il mondo non era si grande reame come questo, e dirovi alcuna delle sue gelidezze. Sappiate che que- (1) Faessur ( C. Magi. II. ) (2) Avrebbono ( Cod. Pucc. ) (5) La sesta città prese per forza , poi ne piglio tante che n ebbe dodici ( Cod. Pucc. ) . Longobardo in una sua lettera scritta dalla Cina dice che alcuni Cinesi chiamavano gli abitanti della Provincia di Quan-tong Mangiidest homines barbaros ( Magaell. p. 331. ) . Questa notizia dataci dal dotto missionario fa comprendere come accada a seconda del- 1’ osservazione del Padre Gaubil che la voce tcheu che aggiungono i Cinesi ai nomi di tutte le città di fecondo ordine sia scritta nel Milione del Polo gui, inesattezza di ortografìa che deriva dall’impossibilità nei Tartari d’ esprimere rettamente il suono della voce Cinese tcheu. Osserva Gaubil ( Apud Souciet ) che la Cina meridionale fu detta dagli Arabi Mahe'Tehin , o Chin-Maha-Tchin secondo Deguignes ( t. 1. p. 75. ) ed essi pretendono che da detta voce derivi quella di Mangi del Polo . (a) Vedasi intorno a detta voce la nota al capo 1 /|5. (b) Nel Codice Riccardiano leggesi » Misit enim illue, unum de principibus » suis , nomine Bajan Chinsan, quod in » nostra lingua sonat centum oculi Ba- » jan » . Conferma la spiegazione De Guignes (t. IV. p. i5o.) Ma Gaubil asselisce che Chinsan è voce derivata dalle due parole Cinesi l’sai-siang , che significano ministro di stalo ( p. J72 ) ìSi