Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, I.djvu/392

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suo s’arde, e tutti questi figlioli s’ ardono, salvo il maggiore, die dee regnare, e questo fanno per servirlo nell’altro mondo. Ancora v’ hae una cotale usanza, che del tesoro che lascia il re al figliolo maggiore, mai non ne tocca, che dice che noi vuole mancare^/) (i) quello che gli lasciò il suo padre, anzi il vuole accrescere , e ciascuno l’accresce; e F uno il lascia all’ altro, e perciò è questo re così ricco. (/>) Ancora vi dico, che in questo reame non vi nascono cavagli, e perciò tutta la rendita loro consumano pure in cavagli ; e dirovi come i mercatanti di Qui- sai e di Far ('2) e di Ser e di Dan (.>) ( queste provincie hanno molti cavagli) e questi mercatanti empiono le navi di questi cavagli, e portagli a questi cinque re che sono frategli, e vendono l’uno bene cinquecento saggi d’oro che vagliono piue di cento marche d’ ariento ; e questo re ne compera ogni anno duemila o più, e i fratelli altrettanti. Di capo dell’ anno tutti son morti, perchè non v’ha maniscalco veruno, sicché non gli sanno governare; e questi mercatanti non vene menano veruno, perciocché vogliono prima che tutti questi cavagli muojono per guadagnare. (e) Ancora v’ ha cotale usanza : quando alcuno uomo hae fitto malifieio veruno eh’ egli debbia perdere la persona; e quel cotale uomo dice, che si vuole uccidere egli stesso per onore di cotale idolo ; e il re gli dice , che bene gli piace. Allotta gli parenti e gli amici di questo cotale malfattore lo pigliano , e pongolo in su uua carretta, e dannogli bene dodici (i) Iscemare di quello che’l padre gli Lisciò ( Cod. Puc. ). (2) Di Dtifar ( Cod. Pucc. ) (5) Di C/iumos , d' Egurzi , e da Dafar , e d' Asor. ( Magi. II. ) (a) Mancare per iscemare avvene e- sempio di Matteo Villani.( lib. II. c.5i.) (¿) Usano oggidì di ammassare ma di sotterrare loro tesori, e ciò forse per timore di vederli derubati dagl’incessanti conqistatori deH’Indie. ( Lett. Edif. t. XII. p. 59.). Sperano di valersene quando secondo la loro credenza devono sotto altra forma gli animi loro tornare a rivivere . (c) Evvi una piccola razza di cavalli indigeni , ma per 1’ armate valgonsi di cavalli stranieri , costano anche oggidì cinque o sci cento piccoli scudi di Francia ognun dei quali èia metà dello scudo Toscano. Per conservarli occorrono cure infinite , ogni giorno dannogli medicine. In viaggio ad ogni riposo convien spalmarli, strizzargli , alzar loro i piedi, senza di che rattrappisconornon dannogli che erba, allorché se ne trova,e una specie dì lenti bollite. (Lettr. Edif.t. XII. p. 74* ) Tavernier descrive altro modo di nutrirli . Dannogli una specie dì pisello o più tosto eli cece rinvenuto tutte le sere , la mattina due libbre di zucchero nero, impastato con altrettanta farina, e con una libbra di burro ridotto in pillole che gli spingono nella gola perchè repugnano a mangiarlo. (Ili turano indi la bocca. Nel giorno alcune erbe dei campi colla radice,lavate con cura.(llist Gen. des Voy. t. IX. p. 525- )