Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, I.djvu/427

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Sappiate che sono certi albori, (i) nè quali si fanno certe intaccature , e per quelle tacche escono gocciole le quali s’assodano, e questo si è lo ’ncenso. Ancora per lo molto gran caldo che v’è si nascono in questi cotali albori certi galle (ì) di go- ma, la quale si è anche incenso. E di cavagli, che vengono di Arabia e vanno in India, si fa grandissima mercatanzia. Or vi voglio contare del golfo di Chalatu , e come istà, e che città ella è . 1*2. DELLA citta’ DI CHALATU Calatu si è una grande città, ed è dentro dal golfo che si chiama Calatu , ed è di lungi da Dufar cinquecento miglia (3) verso maestro, ed è una nobil città sopra il mare, e tutti sono Saracini, (^) e adorano Malcometto . Qui non ha biada , ma per lo buon porlo che v’ è, sì vi capilano molte navi, che vi recano assai dalia biada e delle altre cose assai. La città si è posta sulla bocca del golfo di Calatu , sicché vi dico che veruna nave vi può passare, (5) nè usare sanza la volontà di questa Città . Par- fi) Che 'l fanno sono come abeti piccoli. ( Magi. II. ) . (2) Certi gallozze . ( Cod. Pucc. ) . (5) Ottocento . ( Cod. Pucc. ) • (4) £ al Soldano d’ Adenti , ( Cod. Pucc. ) . (5) Latrare , nè uscire . ( Cod. Pucc. ). incenso , detto cosi dal colore .* Liban significa bianco . Cresce e prospera la pianta secondo Neibuhr principalmente sulla costa d’ Arabia, che volge a Scirocco, nelle vicinale di Keschir , di Dufar o Dnfar di Merbat e di Ilasek. Non era ignoto agli Antichi che il più squisito incenso non producealo 1’ Arabia , che 1' ottimo venia dall' Indie e dairAbissinia,o per meglio dire dalle sal- vatiche contrade fra questa e il mare detto ^ià pa«se dei 'trogloditi ( IVieb. p. 12Ò. D Anvill. Geog. Anc. t. 11. p. 225. ) . L’ incensa credesi che dialo il Cedro Liceo ( Juniperus Phoenicia Limi. ) , altri opiniano una specie d' Amiri . La stessa oscurità regna intorno alla Mirra , credono alcuni che distilli ila una specie di Mimosa Ara* Lica cd Abissiaica , altri da un Lauro , e perciò distinto col nome di Mirra ( l’arg. Ist. Bot. n. 542. i5oo ), ma più probabilmente la Mirra degli antichi era il Muschio , come notammo in altro luogo. Per quanto Bruce assicuri di aver fatte le più diligenti ricerche , non potè assicurarsi qual fosse 1’ albero produttore della mirra, sospettò che fosse la gomma d’ una Mim- mosa eh’ ci chiama Sassa e che disegno . Ma per quanto tratti lungamente della Sassa, della Min a , deli' Opo- calpaso non dilegua 1’ oscurità che in- volve detto argomento ( Woy. t. IX. p. ()y.). Leggendosi la variante nel Maglia- bechiano secondo che l’albero che dà l’incenso è come un abete piccolo, parrebbe ciò confermare 1’ opinione che gema dal Cedro Licio .