eia eli Tanguth, e sotto il dominio del Gran Can. Le genti di
questa provincia adorano gl’idoli, alcuni osservano la legge di
Macometto, e alcuni sono Cristiani. Ivi si truovano molti buoi
salvatichi, i quali sono della grandezza quasi degli elefanti,
e bellissimi da vedere, perocchè sono bianchi, e neri. I loro peli sono in ciascuna parte del corpo bassi, eccetto che sopra le spalle, che sono lunghi tre palmi, qual pelo ovvero lana è sottilissima, e bianca, e più sottile, e bianca, che non
è la seta: e M. Marco nò portò a Venezia, come cosa mirabile, e così da tutti che la viddero fu reputata per tale.
Di questi buoi molti si sono dimesticati, che furon presi salvatichi: e fanno coprire le vacche dimestiche, e i buoi, che
nascono di quelle sono maravigliosi animali, e atti a fatiche più
che niun’altro animale. E gli uomini gli fanno portare gran
carichi, e lavorano con quelli la terra, il doppio più di quello,
che lavorano gli altri, e sono molto forti, e gagliardi. In questa
contrada, si truova il più nobile, e lino muschio, che sia nel
mondo, ed è una bestia piccola come una gazella, cioè della grandezza d’una capra. Ma la sua forma è tale. Ha i peli a similitudine di cervo molto grossi: li piedi, e la coda a modo d una
gazella, non ha corna come la gazella. Ha quattro denti, cioè
due dalla parte di sopra, e due dalla parte disotto, lunghi ben
tre dita e sottili, bianchi come avorio, e due ascendono in sù,
e due discendono in giù, ed è bello animale da vedere. Nasce a
questi! bestia, quando la luna ò piena nell’umbilico sotto il ventre un’apostema di sangue, e i cacciatori nel tondo della luna 258 escono fuori a prender de’ detti animali, e tagliano questa
apostema con la pelle, e la seccano al sole: e questo è il più fino
muschio, che si sappi, eia carne del dello animale è molto buona
da mangiare e pigliasene in gran quantità, e M. Marco, ne portò a Venezia la lesta 2,9, e i piedi di detto animale secchi. Gli
?.j8. Nel tonilo della Imiui, rioò a luna piena.
2O9. Ne porto a Vcitezia Intesta. E qui non potfso fare a meno di non rendere un tributo «1‘ ammirazione a questo esimio Viaggiatore, il quale non solo per
lf caratteristiche entcriori descrisse i vegetabili e gli animali meritevoli di distinta
osservazione, ma recò seco in patria, quanto cumportavanlo la gran distanza de’lti<>g’u, lo più singolari di tali cose. E siccome tali patticolariti lionleggonsi nè nelTesto
<l< lla Crusca, nè nel fticcardiano, si deduce chiaramente che il Polo stesso ritoccò la