Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/232

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quelli v’ è una camera di legno nobilmente lavorata ^ e dentro tutta coperta di panni d’oro, e di fuori coperta di cuoj di leoni, nella qual dimora continuamente il Gran Can, quando và ad uccellare, per essere molestato dalla gotta. E tiene nella detta camera dodici de’ migliori girifalchi ch’ egli abbia, con dodici baroni suoi favoriti per sua compagnia e solazzo. E gli altri che cavalcano d intorno, fanno intendere al Signor, che passano le grue, o altri uccelli, e egli fa levar’ il coperchio di ¿opra della camera, e vedute le grue, comanda, che si lascino volare li girifalchi, li quali prendono le grue combattendo con quelle per gran spazio di tempo, vedendo il Signore, e stando nel letto, con grandissimo suo solazzo e consolazione: e così di tutti gli altri Baroni e cavalieri, che cavalcano d’intorno. E quando ha uccellato per alquante ore,, se ne viene ad un luogo chiamato Caozarmodin 3-’6 , dove sono le trabacche e i padiglioni de’ suoi figliuoli , e d’altri baroni, cavalieri^ e falconieri, che passano diecimila, molto belli. Il padiglione veramente del Signore 3<?, nel quale tiene la sua corte è tanto grande e ampio, che sotto vi stanno diecimila soldati, oltre li baroni, e altri si346. Ca.czarmod.in. Nel Testo ottimo nel Pucciano lesrsesi Tarcar-modu:

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nel niccardiano Ciamoram vote che sembra più analoga alle desinenze Tartare. Infatti Muren o Morati secondo la pronunzia del Polo significa fiume in quella favella, e i Tartari come in altro luogo verrà accennato Caramuren appellavano il fiume Hong-tio (Lib. II. c. 54)• Siccome il Mprsden suppone che la caccia si facesse in I ariana, trova una somiglianza fra cjuusto nonni e quello di tha/iiri-mondu luogo segnato nella carta ilei Gesuiti o dtU’Anville alle sorgenti del fiume Usuri nella Mnnciusa (Not. (¡’">3). Ma come dimostrammo (not. 545) la caccia laccasi nella Cina e non in Tartana. 347. Il Padiglione del Signore. Leggasi la bella descrizione del Padiglione eretto perGengiscan, allorchè riunì la dieta generale a Tonchat, nella vita di quel celebre Imperante (Lib. IV. c. 11). Gli alloggiamenti per l.’i Casa Imperiale occupavano piu di due leghe di giro, vi erano strade, piazze, mercati. La tenda destinata alla dieta poteva contenere almeno duemila persone, e per distinguerla dalle altre era parata di bianco. Talchè si ravvisa che come festevole consideravano quel colore i Mogolli, e di li forse n<’ avvenne l’uso di celebrare la fesUi bianca decritta dal Polo. Sotto quella tenda fu inalzato il trono magnifico di Gengiscaii, la medesima avea due porte una riserbata solo per esso lmperadorc, I’ allra per tutti gli altri. Anche Petis de la Croix avverte < he le porte- di queste case o tende erano volte a mezzodi, uso stabilito prol tbilrat’le per la rigidezza del clima della Tarturia. Plano Carpini trovò I Imperador C uj ne in un padiglione ch’egli appella di scarlatto bianco, eh«’ .«.suo parer’’ poltra contenere due mila persone (Pl«m. Curp. apud berg. p. 10).