Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/296

Da Wikisource.

259

no, e questa è la loro moneta maggiore, sopra la quale non v’ è alcun segno; e la piccola veramente è di questo modo. Hanno alcune acque salse, con le quali fanno il sale facendole bollire in padelle, e poi eh hanno bollito per un’ora, si congelano a modo di pasta, e si fanno forme di quantità d’un pane di due denari, le quali sono piane dalla parte di sotto, e di sopra sono rotonde, e quando senio fatte si pongono sopra pietre cotte ben calde appresso al fuoco, e ivi si seccano, e fansi dure. E sopra queste tali monetesi pone la bolla del Signore. Nè le monete di questa sorte si possono far per altri, che per quelli del Signore, e ottanta di dette monete, si danno per un saggio d’oro 44:. Ma i mercanti vanno con queste monete a quelle genti., eli hanno fra i monti ne’ luoghi sai valichi, e invisitati. E truovano un saggio d’oro per sessanta, cinquanta, e quaranta di quelle monete di sale, secondochè le genti sono in luogo più salvatico, e discosto dalle città, e gente domestica, perchè ogni volta che vogliono, non possono vendere il lor’ oro e altre cose, siccome il muschio e altre cose, perchè non hanno a cui venderle, e però fanno buon mercato, perchè trovano l’oro ne’fìumi, e laghi 7^8, come s’è detto. E vanno questi mercanti per monti, e luoghi della provincia di Tebeth sopradetta, dove similmente si spaccia la moneta di sale. E fanno grandissimo guadagno e profitto, perchè quelle genti usano di quel sale ne’cibi, e compratisi anche delle cose necessarie, ma nelle citta usano quasi solamente 446- Acque salse. Tu questa provincia, enei diulretto di Yao-ngan-fu sonovi poz7J d’acqua salsa, che servono por fabbricare il sale (Du Huld. t. I. p. 249), del quale si fornisce tuUo il paese (JUart. All. p. 200). 447. Un saggio d’oro. Osserva il Alarsden che il saggio veneziano era la «rata parte di un’oncia, e che perciò ogni panetto di sale valeva la quattrocent ottantesima parte d’un oncia d’oro, del valore di quattro lire sterline l’oncia, e che perciò opni panetto era del valore di due’ pence Inglesi, ossiano tredici quattrini de la nostra moneta (iV 820). Secondi» il dotto illustratore del Polo, in Sumartra usano per moneta panetti di gomma hengiovi (Not.8iy). 44S. /rovaru) V oro ne’ fiumi e laghi. Secondo il Martini, o il GeografoCinese da lui copiato, il Yun-nnn è una delle più ricche pmvineie della Cina, e le rene dei fiumi vi contengono una considerevolissima quantità d’oro di pa^liuola: secondo i Cinesi se fosse permesso di scavare le cave, non vi sarehhr p.iese »he fornisse oro in m.i^gior abbondanza. Di li l’uno per burlarsi d’uno scialacquatore, di domandargli se il padre suo t1 il cumartingo dei duzj reo nella provincia del i un-min (Atl. p. f<j 1).