Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/378

Da Wikisource.

341

di fuochi 631, computando per un fuoco la famiglia, che abita in una casa; e ciascun toman contiene diecimila, si che in tutta la detta citta sariano famiglie un miglione, e seicentoinila, e in tanto numero di genti non v’ è altra, ch’ una Chiesa di Cristiani Nestorini. Sono obbligati tutti i padri di famiglia di tener scritto sopra la porta della sua casa il nome di tutta la famiglia 63% così di maschi, come di femmine. Itein il numero de’ cavalli, e quando alcuno manca, si cancella il nome: e se nasce, di nuovo s’ aggiugiie il nome, e a questo modo i signori, e rettori delle citta, sanno di continuo il numero delle genti. E questo s’ osserva nelle provincie del Mangi, e del Catajo. E similmente tutti quelli, che tengono osterie scrivono sopra un libro il nome di quelli che vengon’ad alloggiare, col giorno, e l’ora che partono, e maudano di giorno in giorno detti nomi alli signori, che stanno sopra le piazze. Itera nella provincia di Mangi, la maggior parte de’poveri bisognosi, che non possono allevare i loro figliuoli, li vendono alli ricchi 633, acciocchè meglio sian’allevali, e più abbondantemente possino vivere. 631. Cento sessanta toman di fuochi. Il B. Oderico rosi discorre della popolazione di Qu nsai ove fu pochi anni lupo il Polo » Per dominum etiam unum mani? datum bahi-tur. \am quilibet ignis solvii unum halis, idest quinque cartas bombaci, quae valet unum tlor<’uuin cuin dimid.o Hunc etiain habent modum, nain ’ decem, vel duodecim s.ip luctiles f.iciunt unum ignem, et sic solum prò uno v igne solvunt. IL aulem i^nes sunt LXXXV. tuman: unum autem tunian decem mil’ia ignium laciunt ’ (p. (jrf). Di. e »• condo altra 1< zi ne, che alcuni S.iracini, che erano forse gli appa tutori o esattori »li quel dazio asserivano che erano ottantanove tuman. S mbia ihe nel periodo di mezzo secolo circa, da che questa gran citta rapitale cri divenuta provinciale, la popolazione della medesim i fosse quasi •remora ili meti Ai tempi del DuhaUo faceva più d’un milione. Un baccelliere Crist.ino die risedeva in quella cittì, assicurò un Missionario che abitava Hong t eh fu ci.e nel sol» recinto della citta senta i borghi ihe som» grandissimi gli esattori del testatico avevano sui loro registri circa 3oooo0 Hu o famiglie. San-chevoun che secoli o l‘uso Cinese significa So volle lonoo (JDu Habl. t. i. p. 17O). O serva il Marsden che la voce Persiana 0 Tartara toman cori ¡sponde alla Cinese Voan (N. 107S). OSi. Scritto il nome di tutta la famiglia. Ciò vi si pratica anche oggid i (M >rsd. n. 1 74)• 633. 1 loro figliuoli gli vendono. Il celebre Libro canonico dei Cinesi appellato Hi’to-king o il Hispetto filmle, dice non esserti più enorme delitto della disub bidienzu d l tiglio al p.idre. Attaccare il Sovrano e un dichiarare che non si vuol ••jpenore; lo »lontanarsi dai saggi, i- un manifestare che non si vogliono maestri: dispregiare l’obbedienza liliale è un dichiarare che non si vobhono genitori, ed /, 4 ■ ■%