Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/395

Da Wikisource.

358

no fabbricate di legno d’abete e di zapino 675; e cadauna ha una coperta, sotto la quale vi sono più di sessanta camerette, e in alcune manco, secondo che le navi sono più grandi, e più piccole, e in cadauna vi può stare agiatamente un mercante. Hanno un buon timone ^ e quattro alberi, con quattro vele, e alcune di due alberi, che si levano e pongono ogni volta, che vogliono. Hanno oltre di ciò alcune navi, cioè, quelle che sono maggiori ben tredici colti, cioè divisioni 676 dalla parte di dentro fatte con ferme tavole incastrate, di modo che s" egli accade ^ che la nave si rompa per qualche fortuito caso, cioè, o che ferisca in qualche sasso, ovvero qualche balena 677 mossa dalla fame, quella li d’Orniuz che sortosi veduti nel seno Persico sino 4°° navi Cinesi mercantili (Zurl. Dissei t. t. I. p. 565). Alcuni hanno preteso che i Cinesi stabilissero colonie nel Mi» ¡ijgascar, e che giungessero periino al Capo di Buona Speranza. Ma dagli storici documenti non risulta che oltrepassassero Siraf nel seno Persico (Renaud. Anc. Rei. de l’Ind. p. io), e sembra non si dilungassero di più, o per timore delle tempeste, o per la poca cognizione che avevano de’mari più inoltrati. A tempo degli scuoprimenti Portughesi, Malaca era l’emporio di tutti i traffici dell’Oriente, e sembra che per lo più i Cinesi navigassero sin li, e vi recassero i generi lavorati o greggi del loro Impero, e gli permutassero in gioje e in ispezierie (Barros Asi. Dee. I. p. 143). Il P. Martini fa menzione delle lunghe navigazioni dei Cinesi; ei crede che visitassero non solo le isole e i littorali dell’India, ma andassero lino al Mar Piosso, e che abbandonassero quelle navigazioni per timore dei Portoghesi, allorchè questi divenner signori della più gran parte dell’india (All. Sin. p. 148). Ma alla fondazioni di Malaca, e all’aver succeduto ai Mogolli una dinastia Cinese circospetta e sospettosa per massima governativa è da attribuire piuttosto il ristringimento di quelle navigazioni. Suno i Cinesi oggidì poco arditi navigatori, e navigano solo col favor dei venti mozioni. (Macarten. Ambass. à la Chine t.V. p. 18) 675. Abete e di zapino. (V. 1.1. p i^9- n.). Osserva il Marsden che quest’albero non è indigeno della costa Indiana, ma rii tette saviamente che il Polo parla qui di navi Cinesi che facevano quei Iraiftci, che saranno state costruite d’abeto. Dice il Mugaillans che nella Cina i mercatanti più ricchi sono coloro che fanno il traffico del sale e del legname: e che vanno a tagliarlo nelle montagne del Se-tchuen ossia sul confine occidentale della Cina, e condottolo alla riva del Kiang che entra da quel lato nell’Impero, ne fanno foderi e lo trasportano con poca spesa nella maggior parte delle provincie. I foderi hanno d’ordinario dieci piedi di larghezza, ma di lunghezza talvolta più di mezza lega (Nouvell. Relat. p. 16?.). 676. Divisioni. Il Marsden conferma l’asserzione del Polo coll’autorità del Guygnes giuniore. Ciò fanno perchè urtando la nave in uno scoglio possa risarcirsi la via d’acqua e non si sommerga il bastimento. 677. Qualche balena. Federigo Martens nella sua Relazione dello Spitzbergen descrive minutamente questo mostro marino. Secondo esso è timido e non inclinato a liir male, se non si vede in pericolo: ma per sua difesa butta in aria un uomo e met-lc in bricioli u:i battello. Per quanto forte sia la balena, ci soggiunge,