Pagina:Polo - Il milione, Pagani, Firenze 1827, II.djvu/403

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berarono slonlanarsi da terra. Onde entrato l’esercito nelle navi, si allarga irono in mare. E la fortuna cominciò a crescere con maggior forza, di sorte che se ne ruppero molte, e quelli, che v’ erano dentro notando con pezzi di tavole, si salvoronoacl un isola vicina a Zipangu quattro miglia. Le altre navi, che non erano vicine, scapolale dal naufragio con li due baroni, avendo levali gli uomini da conto, cioè li capi de’centenari, di mille, e diecimila drizzorono le vele verso la patria, e al Gran Can. Ma i Tartari rimasti sopra l’isola vicina, erano da circa trentamila, vedendosi senza navi, e abbandonati dalli capitani, non avendo nè arme da combattere, nè vettovaglie, credevano di dovere essere presi e morti, massimamente non vi essendo in detta isoli abitazione, dove potessero ripararsi. Cessata la fortuna, e essendo il male tranquillo, e in bonaccia gli uomini della grande isola di Zipangu con molte navi, e grande esercito aadorno all’isola vicina per pigliar li Tartari, che quivi s’erano salvali, e smontali dalle navi, si missero ad andarli a trovare con poco ordine. Ma li Tartari prudententemente si governarono, perciocchè l’isola era mollo elevata nel mezzo, e menlre, che li nemici per una strada s’ affrettavano di seguitarli, essi andando per un’altra circondarono atlorno l’isola, e pervennero a’navili de nemici, quali trovarono con le bandiere, e abbandonati; e sopra quelli immediate montati, andarono alla città maestra 693 del Signor di Zipangu, dove vedendosi le loro bandiere, furono lasciati entrare, e quivi non trovorno altro che donne, le quali tennero per loro uso, lasciando fuori tutto il resto del popolo. 11 re di Zipangu intesa la cosa come era passal i, fu molto dolente, e subito se ne venne a mettere l’assedio, non vi lasciando entrare, nè uscire persona alcuna, qual durò per mesi sei. Dove vedendo i Tartari, che non potevano aver’ aiuto alcuno, al (ine si resero salve le persone, e questo fu correndo gli anni (Ud Signore 1264’ °<J’ faccia all’isola di Ping-hott, e la maggior parte delle barche naufragarono. I capitani colle navi meno danneggiate tornarono all’isola. « vi lasciarono più di ioo,ooouomini (Hist. de la Chin. t. IX. p. 4°9-) H Polo afferma con maggior probabilità che ve ne rimasero soli Soooo. 6(p. Alla città maestra. E malagevole il ravvisare qual città sia. E nominata nella rubrica del Cap. i56 del Codice Parigino. » Comant les gens dou Grant-Ka)t v eschampois de la tempèste de la mer, etpristrent puis la citè de Lore. 694. Gli anni del Signore i2t»4- Variano i’resti intorno a questa data. Sccon