Che si danna il sollevamento della polve, quando l'uve
incominciano à farsi nere, et volendo dir uva, dice οἱ Βότρευς.
Et l'Autore de' colori trattando, nota ne'grappoli
due varietà di colori, successiva l'una; l'altra permanente,
la quale nasce dalle ineguali, et successive concottioni, la
dove appare, che non altro in questo luogo si deve intendere
per racemo, ò Βότρυος, che il grappolo dell'uva. Conobbero
questa significatione di Βότρυος alcuni dottissimi huomini,
nelle lettere Greche, il Ruellio, et Marcello in particolare,
i quali per questa Βότρυς intesero uva, ò grappolo d'uva,
li quali modi di dire non sono tra se differenti, essendo
che il racemo d'uva è l'uva intiera, et l'istessa uva intiera
è il grappolo d'uva. Ma alcuni Moderni non intesero il
sentimento di questa voce Βότρυος, volendo riprendere in ciò
in Ruellio, come quello, che male havesse esposto questa voce
Βότρυος, col nome dell'uva, nella qual cosa, à pieno diedero à
conoscere quanto fossero ignoranti. Havendo adunque in
tal modo distinta questa voce Βότρυς, resta da vedere, se il
frutto dell'Amomo, debba, ò non debba esser racemo. Gli
Antichi, non v'hà dubbio che stimarono, che il frutto
dell'Amomo fosse racemo; poiche Dioscoride, descrivendo in questo
capo le specie dell'Amomo, figura gli stessi racemi, et mentre
tratta dell'elettione dell'ottimo Amomo, elegge il grappolo,
come mostraremo nel dichiarare le parole di Dioscoride.
Galeno poi elegge il grappolo dell'Amomo, Plinio chiamò il
frutto dell'Amomo uva, et scrisse che il frutto dell' Amomo
à guisa d'uva si ristringe. Oltre di ciò persuade la ragion
istessa, che il frutto dell Amomo sia grappolo, essendo al
grappolo somigliante; poiche se fingiamo, il frutto dell'Amomo es-