Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/336

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52 DESCRITTIONE

Che se vero fosse, che l'Amomo d'Armenia di semi ripieno non sia, senz'alcun dubbio non sarebbe ottimo; ma perche scrive Dioscoride, che l'Amomo di Ponto è ripieno di frutti, et più basso approva l'Amomo di semi ripieno, nell'uno, et nell'altro luogo pare, che lo stesso sia il sentimento, come se in effetto frutto, et seme fosse una stessa cosa; Là onde gli significati di frutto, et di seme si devono dichiarare, per quanto li Greci Autori n'hanno scritto; prendiamo adunque da Aristotele principio, dal quale fu scritto frutto, et seme esser in effetto una cosa stessa, ma esser due cose, solo per nostra distintione fatta con giudicio. Dice adunque il seme τὸ σπέρμα, et il frutto ò καρπὸς esser tra se differenti intanto, in quanto che l'uno è, ò prima, ò dapoi dell'altro; poi che frutto è quello, che da altrui procede; seme quello, da cui altrui proviene, dove che levate queste differenze, del tutto una sol cosa sarebbero; ma Theophrasto dichiara questo nome di frutto, et dice, ch'è quello, ch'è di seme, et pericarpio composto, ma nel decimo ottavo Capo dello stesso Libro fà, che questa voce, seme, sia genere communissimo a' frutti de gli arbori, et a' semi dell'herbe. S'hà ancora dallo stesso Autore un'altra distintione nel primo Libro De causis Plantarum dal dottissimo Scaligero, con queste parole nel Commentario dichiarata Una res est ακαρπὸς, καὶ σπέρμα, sed ratione differunt; cum intelligitur ad futuram plantam, sationis usus, σπέρμα dicitur cum refertur ad nostra commoda, vocatur καρπὸς una stessa cosa è frutto, et seme; ma sono nel modo del pigliarli differenti, poiche quando si piglia in quanto, che una pianta deve produrre, è seme all'uso della cultura, all'hora, seme, et sperma si chiama; in quanto poi alle nostre commo-


dità