Pagina:Pona - Monte Baldo, 1617.djvu/337

Da Wikisource.

DELL'AMOMO INDIANO. 53

dità si riferisce, vien detto καρπὸς, ò frutto. Ma pare, che sia poco stabile Dioscoride nel servirsi di queste voci καρπᴕ, καὶ σπέρματος, frutto, et seme; poiche mentre in uno steffo Capo vien à parlare de' frutti de gli arbori, et de' semi dell'herbe, chiama i frutti de gli arbori καρπᴕς, et gli semi dell'herbe, nominava σπέρματα, il che da' seguenti luoghi si farà manifesto: Imperoche nel Capo del Basfamo chiama καρπòν il frutto del Balsamo, non σπέρμα; ma nel Capo stesso chiama σπέρματα quelli dell'Hyperico, et nel secondo, terzo, et quinto, chiama i frutti de gli arbori καρπᴕς, et dice i semi dell'herbe σπέρματα, tuttavia in altri luoghi nomina καρπᴕς i semi delle piante; poiche parlando nel secondo Libro del Pepe acquatico, i semi di lui chiama col nome καρπὸς, et nel quarto Libro, quando della Mercurial femina tratta, descrive i semi suoi con la voce καρπὸς, Ma in questo Capo dice prima, il seme, che nel suo Pericarpio è rinchiuso, καρπὸν, e poco dapoi nomina lo stesso σπέρμα. Dichiarate queste cose in questa mamiera, chiaramente si vede, che per autorità d'Aristotele il grappolo dell'Amomo è frutto, perche da altrui dipende; et è seme, perche da lui altra cosa proviene. Da Theophrasto habbiamo, ch'egli è frutto, essendo di Pericarpio composto; ch'è frutto ad uso nostro, et ch'è seme per la generatione futura, et seme specifico, sotto il commumissimo genere di seme contenuto; ma per quanto Dioscoride ne scrive, il grappolo dell'Amomo è frutto, perche è dal fruttice prodotto, non da herba, che se si parla de' semi dell'Amomo nel Pericarpio rinchiusi, quelli per openione d'Aristotele, et di Theophrasto sono frutti, et semi, conforme alle sopradette significationi di frutto, et di seme; ma dice Dioscoride, che i semi stessi ancora possono es-


ser