Pagina:Pontano - L'Asino e il Caronte, Carabba, 1918.djvu/64

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l’asino 57

come inutili superfetazioni nei rami morti quei che chiamiamo fragelle, di modo che, anche se non fossero stati tagliati, avrebbero sì e no dato frutti dopo molti anni? In essi non c’è da lodare che la facilità con cui allungano. Ma questa stessa lunghezza l’esperienza ti insegna che non giova punto alla fecondità; e noi le chiamiamo fragelle appunto perchè si devono frangere dal tronco e gettar via come inutili.

Dunque, dovrai badar bene sopratutto che sia un ramo esposto al sole, fruttifero, robusto; e da esso sceglierai il pollone. E quando hai fatto questo, non ti preoccupar tanto dello scemar della luna! Non che io dica che sia da trascurar questo, poichè allora i succhi sono più raccolti e più vegeti ed hanno più glutine; ma perchè non vorrei che tu, col riferir tutto alla luna, trascurassi poi l’arte che è la più importante...

Io ho sperimentato che spesso riescono bene anche gl’innesti fatti sotto la luna piena, poichè allora l’albero cresce più alto e più diritto, e più bello anche, perchè si protende in tondo a forma di cono. E tu sarai sempre a tempo, negli anni successivi, se lo vedrai crescere troppo lussurioso, a frenar questo lusso eccessivo di rami con la falce, amputandone i ramicelli, quando la luna va scemando.

E c’è ancora una cosa — che voi contadini nostrani ignorate — la quale ha grande importanza per la fecondità degli innesti, ed è la cognizione della ignifera sfera; cioè il sapere quali costellazioni attraversi la luna nel tempo in cui si fa l’innesto, e da qual parte essa guardi Saturno, che è appunto l’astro che presiede alla seminagione — e per ciò fu appunto così chiamato, — mentre la sua efficacia si fa sentir sulla terra e sui semi.