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miei popoli con saggezza, e governandoli secondo giustizia.

Min. — Tu dici bene: la benevolenza degli Dei non si deve acquistare col sangue delle vittime o con l’offerta delle primizie, ma col non far del male, con la verità, la castità, la temperanza, la lealtà... che son doni di Dio; il quale si manifesta ed apre i suoi consigli a chi queste virtù esercita. E non solo gli Dei chiamano a sè, come è naturale, quelli che conobbero moderati e giusti, ma anche quelli che per avventura siano stati incontinenti, purchè siansi poi pentiti per tornare sulla retta via. Dio Ottimo e Massimo non tanto punisce i peccatori, quanto li compassiona e perdona; e perchè ama il genere umano, anche quando provocato dai delitti sta per mandar su gli uomini peste e rovina, cerca di ammonirli con presagi e portenti, (p. es. mediante le stelle crinite), affinchè essi pentendosi, facciano in modo ch’egli debba mutar pensiero, e perdonare.

Io credo p. es. che in questi giorni siano successe sulla terra grandi calamità e disgrazie. Non hai sentito come recentemente s’è scossa tutta quanta la terra fin nelle più profonde sedi? Grossi guai annunziano tali scosse, e sono ansioso di saperne qualcosa. E poichè siamo in vacanze, e il collega Radamanto basta da solo all’odierno ufficio, io direi che dovessimo accostarci alla ripa d’Acheronte e sederci un poco all’ombra di quei cipressi, aspettando che venga a noi qualcuno dal mondo dei viventi, che ce ne informi. Anche perchè a noi interessa sapere che cosa si faccia tra gli uomini, per poter proporzionare i nostri giudizi alle loro azioni.

Eaco. — Quello che tu dici è opportuno: anche a me l’animo presagisce che qualche grave sciagura