Pagina:Porta - Poesie milanesi.djvu/28

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22 — a una maggior severità di abitudini, che risponde del resto al ras- segnato raccoglimento di tutti gli animi. Prima conseguenza è il languire della geniale abitudine dei pranzi sociali. Col 1818 cessano i conti delle "cibarie". I balli diventano meno frequenti. Si inizia il sistema settecentesco delle " conversazioni " serali, dei settimanali concerti, delle accademie d'improvvisazione, allora tanto di moda, che persino alla Scala si producevano i celebri improvvisatori Sgricci, Pistrucci e Fi- danza. Il Corriere delle Dame non mancava mai di render conto di questi ritrovi, a cui prendevano parte soci, dilettanti, artisti, ed anche vere celebrità. La famosa Giuseppina Grassini, l'amica di Napoleone, l'idolo dell'Europa, ritiratasi a vita privata a Milano, dopo il tramonto dell'epopea imperiale, è ospite abituale del Giar- dino, prendendo larga parte, col Galli, il Banderali, l'Ambrosi, la Trivulzi, ai suoi concerti. Questo parziale ritorno alle forme delle vecchie accademie, e al manierismo della vita metodica, chiusa e uniforme doveva spiacere al Porta, spirito irrequieto e bizzarro, odiatore sistematico del classicismo, delle pedanterie, dell'accademismo, insomma del- l'" andegheìsmo ". E dobbiamo a questo suo sentimento il " Casìn di Andeghée ", Se a taluni la satira pare un po' vibrata, ciò è dovuto a uno spe- ciale stato d'animo e di salute del poeta, che da una parte l'avrà indotto a rendergli intollerabili certi difetti e inconvenienti clje prima gli passavano inosservati; le leggi della satira, dall'altra, l'ob- bligavano a esagerare le cose che voleva colpire, per la neces- saria efficacia. E una pittura magistrale quella che il Porta fa dei soci, e dell'ambiente in cui vivono. La descrizione di quelle due stanze mobiliaa alia carlona che spuzzen de vesc'ios, de nisciorìn, quei " quatter gali che no spetta i settant'ann " che si bistic- ciano, s'insolentiscono, che fanno baccano da svegliare Elia e Enoch, che russano d'estate sulle poltrone, che assediano il fuoco d'inverno, che discutono di politica, che sputano, tossiscono, si accapigliano, parteggiano per tedeschi o per francesi, sono veri capolavori di verità e di evidenza. Tutti quei tipi sono ancora oggi vivi e parlanti, tantoché nell'analogo svolgersi della vita so- ciale, ritornano talora al pensiero i mirabili versi della satira.