Pagina:Praga - Memorie del presbiterio.djvu/205

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premure; ricordò colle lagrime agli occhi, col più vivo rammarico la nostra vita d’una volta a Castelletto. E non disse mai una parola per trattenermi. Anzi l’ultimo dì sopraffatta dalla commozione e dal dispiacere di lasciarla, essendomi mostrata disposta a smettere il mio progetto mi buttò le braccia al collo, posò la faccia sulla mia spalla e mi disse singhiozzando:

« — No, va, va, mia buona Mansueta.

«L’indomani mattina prima della mia partenza mi voleva dar tutto il denaro che teneva, parecchie centinaia di lire.

«Ma io non presi che quanto mi occorreva per il viaggio.

«Non insistè: però mi accorsi che questo mio rifiuto le faceva pena più di tutto il resto.

« — Tu non vuoi accettar nulla da me, sclamò.

«E mi diè un’occhiata che mi penetrò fin nell’anima.

«Avesse ella indovinato il mio pensiero? Lo devo dire, quel suo denaro mi pareva guadagnato a scapito della salute eterna.

«Mi accompagnò sino al battello. Oh come volentieri l’avrei menata via con me!

«E dopo come mi sono pentita di averla abbandonata così!

«Quando fui al paese, che avevo tanto desiderato, tutto mi parve triste, insoffribile non pensavo che a lei, non potevo consolarmi della sua lontananza. Mi chiedevo ad ogni momento: cosa fa adesso? — e mi pareva che avrei dovuto essere al suo fianco per proteggerla, per assisterla.....

«La donna che mi aveva ospitato biasimava continuamente quel che avevo fatto. Ed io cominciava