Pagina:Praga - Memorie del presbiterio.djvu/218

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M’ero studiato di mostrarmi indifferente al racconto e di ascoltarlo con quell’aria di profonda indifferenza che non accetta e non rifiuta.

Ma egli era riuscito a cattivarsi la mia attenzione. E a questo punto non potei trattenermi dal chiedere:

— E il preferito chi era?

— Chi era? rispose con un ghigno malizioso guardando al soffitto coll’apatia simulata di una pretesa superiorità: — chi era? qui sta il punto.

Dichiaro che nel signor Bazzetta c’era la stoffa di romanziere.

Conosceva e praticava per istinto tutti gli artifizi della narrazione.

Egli proseguì:

— Una sera ero di guardia nella farmacia a Zugliano e discorrevo col dottor De Emma; capita una vecchierella a spedire una ricetta rilasciata da una empirica, notissima in quei dintorni, per le sue cure d’ogni specie. La cosa era tutt’altro che regolare, ma allora non si andava tanto per il sottile e la medichessa aveva clientela troppo numerosa per poterle impunemente mancare di riguardo. Per espressa volontà del nostro principale noi si spedivano con qualche cautela le sue ordinazioni.

«Questa volta però mi parve che le dosi fossero eccessive e guardando meglio lo sgorbio della maliarda mi accorsi che le cifre erano state alterate.

«Sospettai tosto di un qualche disegno delittuoso. Quei medicinali potevano servire a certo effetto, che il codice penale, tenero del biblico moltiplicamini più che della galanteria, ha avuto la crudeltà di proibire.