Pagina:Pranzelores - Guida minore turistica di Dostrento.djvu/10

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fatti pochi passi, a destra, due caverne austriache per la difesa antiaerea (recentemente otturate), nonchè poco dopo, a sinistra, resti di un pozzo, e, a destra, il punto di partenza d’un sentiero (che sale nella selva verso il centro del pianoro superiore, al viale di congiunzione tra le Polveriere e la casetta detta l’„Uccelliera“). Ma noi si sale pur sempre per la carrozzabile, finchè nello spiraglio di sfondo appare maestosa la massa biancheggiante del Monumento.



Il Monumento a Cesare Battisti.


Il Monumento a Cesare Battisti, annunziato in bell’auspicio già nel luglio 1916, pochi giorni dopo il martirio, quando tonavano ancóra incerte le artiglierie nelle Alpi, con decreto del Presidente del Consiglio Paolo Boselli controfirmato dal Luogotenente Tomaso di Savoia; precisato nella sua impareggiabile ubicazione sul Dosso romano, ed anche persino, approssimativamente, nella sua forma di piccolo tempio candido e classico dall’articolo d’un giornalista principe, Ugo Ojetti, giusta una aspirazione di volontari reduci dalla guerra espressa dal prof. Livio Fiorio; fu voluto fortemente dal Duce (già collaboratore di Battisti a Trento nella vigilia) e da Lui così fu anche realizzato, attraverso il progetto dell’artista di fiducia architetto Ettore Fagiuoli di Verona, in meno di un anno con tutti i sussidi della tecnica moderna.

È prevalsa l’idea, vagheggiata anche dalla Vedova Ernesta Battisti, di un monumento tombale, che accogliesse cioè anche le spoglie sacre dell’Eroe Martire:

„Il macigno austero e superbo dica l’orgoglio del popolo trentino di aver da sè espresso, a proprio simbolo, tale figlio. Il luogo solitario e le linee dell’artefice ricantino la mistica poesia di quella Vita...

Un monumento vuoto lassù è una fiaccola senza luce, e Quegli, a cui fosse eretto, ne parrebbe quasi esiliato”.

Nel grande pensiero del Monumento, giusta anche le espressioni del sen. Zippel, era insito pure l’omaggio agli altri Martiri del Trentino saliti alla gloria nella Fossa del Bonconsiglio, ai XXI Fucilati del 1848 e „a tutte le vittime, note ed oscure, della mia terra che per questa nostra Italia soffrirono e vinsero”.

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