Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/13

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canto primo 7

prepotenza de’ fati, un’altra volta
115io pregherei che ti spezzasser l'onde,
malvagia barca, tutti tranghiottendo
questi innocenti, a dissipar le fila
dell’orrendo peccato. A te da canto
susurra, o donna, l’angelo caduto
120tenebrose lusinghe; e una fatale
malinconia nel core insinuarsi
tu senti giá. Meglio per te sarebbe
un tempestoso delirar di sensi,
che ti gittasse al marinaio in braccio.
125Schifosa e breve dureria la colpa!
Ella prese i fanciulli e lentamente
venne sul lido. Nuda e desolata
è quella terra e di romite pietre 1
sparsa all’intorno. Non le onora un segno,
130non le guarda una croce: eppur custodi
stanno colá d'una progenie estinta.
Eternamente le percote il vento,
eternamente le flagella il mare,
a ricordar che su quel cener pesa
135la sentenza di Dio. Ma l'uom superbo
guai se calpesta quelle pietre e ride!
Dopo l’ora mortal non ha la creta
veritá di giudizio; e agonizzante
Cristo pregò dalla sua croce a tutti
140il perdono del Padre!
Inculte rose,
pochi e pallidi gigli erano intorno
a quei nudi sepolcri.
Oh dilicata
e arguta e forte cortesia di donna!
Edmenegarda il piè dei fanciulletti

  1. Cimitero degli ebrei sul Lido.