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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/152

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146 v - da «memorie e lacrime»


4

UN RAGGIO DI SOLE


     Quando sui vetri della muta stanza
s’incolora un gentil raggio di sole,
in quel raggio dipinta è la Speranza,
che in sua dolce balía tener mi vuole.
     E, mutando ver’me riso e parole,
l’ospite cara al mio letto s’avanza:
— Figlio, ciascun quaggiú piange e si duole,
ma virtú gloriosa è la costanza.
     Perché l’anima tua sommessa adora
i voler dell’Eccelso, ei mi consente
in un raggio di sole a te venire. —
     Cosí par ch’ella dica ed altro ancora,
che mi fa scintillar gli occhi e la mente.
Gentil raggio di sol, deh, non fuggire!



5

RICORDI D’UNA VISITA NEL CIMITERO

fatta a’ due miei figlioletti


     Come, oh! come in quel dí soavemente
si curvava dal ciel l’arco rosato
su me, negli atti e nei pensier, dolente,
e alla terra dei morti inginocchiato!
     Figli, colá dove piú il ver si sente
pensai, bramando, al vostro dolce stato;
e il segreto pensier della mia mente
da un’allodola in alto era cantato.
     O amabil sera, dietro te si perde
l’anima che ricorda. Ed oh! con quanta
gioia parmi veder, come in quel giorno,
     due bianchi sepolcretti in erba verde,
lieto sovr’essi un uccellin che canta,
e nuvole di rosa intorno intorno!