al remator che acceleri la corsa?
Che vai, se il tempo col desio divori?
Tendi gli orecchi. Non ti fere un novo
romor nell’acque ? Volgiti! non odi? 280Come larva notturna, che persegue
l’agitato pensier del viandante
e gli fa tardo il passo, il respir greve,
or rotti or doppi i battiti del core,
presso il navil d’Edmenegarda un altro 285venìa solcando; e la medesim’onda,
che dall’uno, dall’altro era percossa.
O Edmenegarda, volgiti! non odi?...
Ahi, che duro pallor t’ha ricoperta!
che abbandono di sensi! I tuoi fanciulli 290ti credono dormente, e si fan cenno,
ponendo il dito sulle rosee bocche,
di non turbarti quell’amabil sonno.