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176 vi - sogni d'amore



     Oh, potess’io d’un zeffiro
lene vestir le tempre!
Il molle crin baciandoti,
20con te vivrei pur sempre,
E, per terror d’intendere
qualche crudel richiamo,
non ti direi che t’amo,
ma gemerei d’amor.


     25Fossi una rosa, un umile
bruno giacinto almeno!
e si affrettasse a portelo
anche un amante in seno!
purché suggessi gli atomi
30del mio romito incenso,
lieto del dono immenso
ti languirei sul cor.


     Nel dí d’un’agil rondine
mutassi i giorni miei!
35Sempre dall’alba al vespero
sul tuo balcon sarei;
e, respirando l’aere
della tua dolce stanza,
di pena e di speranza
40lá bramerei morir.


     Ma tutto indarno. Un esule
spinto dal ciel son io,
che di dolenti musiche
rivesto il pensier mio.
45La ingrata solitudine,
l’ira, il dolor sostenni:
come nel mondo venni
dovrò dal mondo uscir.