Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/186

Da Wikisource.
180 vi - dai «nuovi canti»



     Ella vagí tra i liguri
fior, sotto l’ombre care
de’ cedri. E i malinconici
20venti, le stelle, il mare,
il turbine, la calma,
tutto sonò in quell’alma;
e una spontanea musica
furono i suoi pensier.


     25Si fé’ narrar le istorie
d’Imelda e di Giulietta.
E, in voluttá fantastiche
chiusa la giovinetta,
il doloroso arcano
30pensò del pianto umano,
e in quella facil estasi
pianse, e conobbe il ver.


     Con tutti allora il parvolo
suo cor tremò diviso.
35Ebbe pei mesti un gemito,
pei fortunati un riso,
e da quel vario moto
agile, ardente, ignoto,
come da sacra tenebra,
40l’arte, raggiando, uscí.


     Cosí questa ineffabile
forza, che sente e crea,
chiude in eterne immagini
la fuggitiva idea;
45ed è vittoria e regno
dell’ispirato ingegno
quella parola artefice,
che al mondo e al ciel rapí.