del fanciulletto, che di lá per caso 180passava. Urtollo; e il poverino a terra
giacque ferito nella bella fronte.
Leoni come lampo gli si tolse
dagli occhi. Accorse alle dolenti strida
la madre. — Oh santa Vergine! rispondi: 185rispondi, angelo caro. Che hai tu fatto?
— Mamma, non io; ma quel signor del Lido...
— Taci; t’inganni, non è ver. Non deve
un bel fanciullo lagrimar. Se taci,
se non parli ad alcuno, io ti prometto 190che un bell’abito avrai, ma de’ piu belli
che si veda in Venezia. — Ed asciugando
il poco sangue del picciolo viso,
molte feste gli fece. Alle carezze
inusitate da gran tempo e al gaio 195promettere, il fanciul serenò gli occhi
subitamente; e non finìa la madre
di carezzarlo. Una crudel tempesta
da molti giorni si mescea frattanto
nell’anima d’Arrigo. Ove fuggito 200era quel dolce, quell’amabil riso
d’Edmenegarda sua? Perché sì mesto
il sonar della voce e sì frequente
lo scolorir del volto? Onde quel vago
sviarsi de’ pensieri e quel profondo 205compatir delle colpe? E se festiva
talor si mostra, perché mai traluce
dalle note e dai gesti un doloroso
sforzo dell’alma? La cagion del fiero
mutamento qual era? Ella altre volte