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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/306

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300 viii - da «storia e fantasia»



     Se tu di carne e d’ossa
50quel dolce frutto amasti,
confido che la fossa
mi spargerai di fior.
               Ma, se co’ piedi casti
valichi il fango nostro,
55cerca al tuo santo inchiostro
cadavere miglior.


     Ché non è uffizio pio
porre il cilicio ai morti,
quando aggiustâr con Dio
60i conti di quaggiú.
               Il diavolo i piú forti,
in veste d’Eva, adugna.
Difficile è la pugna
tra il sangue e la virtú.


     65Confesso il peccatuccio,
teco arrossendo; e giuro,
senza portar cappuccio,
che me ne morde il cor.
               Degli altri sei son puro
70o gli ho commessi in modo,
che quasi me ne lodo,
felice peccator.


     Superbo, ma in cospetto
delle viltá potenti.
75Cúpido, ma al diletto
d’ogni perpetuo ver.
               Avaro, ma d’accenti
col volgo degli sciocchi.
Iroso, ma ai pidocchi
80del secolo banchier.