Vai al contenuto

Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/45

Da Wikisource.

CANTO QUARTO

     Vedesti mai della cittá fatata
sulle sponde amorose, ove s’innalza
perpetuo il canto tra l’oceano e il sole,
vedesti mai le lucide sembianze
5d’un’angelica forma ir diffondendo
fascini arcani, e dietro lei confusi
mille cuori agitarsi, e in rapimento
scintillar mille sguardi, a cui dinanzi
ella verrá nei sorridenti sogni?
10Mai non vedesti una leggiadra donna
col suo dolce compagno irsene altèra,
e preceduta da due biondi figli,
qual da una coppia di nascenti rose?
E non ti parver quelle anime amiche,
15irradiate da un medesmo affetto,
quattro corde sonanti e risonanti
sotto il ciel che le ascolta e s’innamora?
Qual core è mai che non esulti a queste
melodie, che morir su le perdute
20soglie del paradiso e, a far men triste
la fulminata razza, un giorno ancora
sotto le dita dell’Amor son vive?