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Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/82

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76 ii - dai «canti lirici»



     E voi tutti, che dai visceri
della madre al duol venite,
se nel dubbio vi tremarono
mente e cor, non vi smarrite!
85L’arduo dí dello sconforto
Dio non pesa col rigor:
di Getsemani nell’orto
tremò anch’egli il Salvator.


     Senza posa al vacuo giubilo
90perché corri, o cieco mondo,
e per l'uom, che non ti séguita,
hai lo scherno inverecondo?
Una prece mormorata
nel dolor non sai che val,
95né una lacrima versata
da uno spirito immortal!


     Terre e monti spezzerannosi
come un fragile arboscello,
e consunti andran gli oceani
100come l’onde d’un ruscello;
sin la luce andrá smarrita,
che per tutti Iddio creò...
Sol chi pianse avrá la vita
fuor del mondo, ov’ei sperò.


     105Io son triste, e sol comunica
il mio spirto coi dolenti;
ma si volge e riconsolasi
nella patria dei redenti,
qual chi torna e via nel piano
110riconosce il caro ostel,
o intravede di lontano
una parte del suo ciel!