Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. I, 1916 – BEIC 1901289.djvu/81

Da Wikisource.

i - tristezza e speranza 75



     Pensa il cielo a quelle lagrime,
50che nei dí dell’abbandono,
non sacrileghe, dai poveri
occhi tuoi grondate sono:
e se il mondo non le vide,
ebber l’ombra per altar!
55Facilmente il mondo ride,
e conduce a disperar.


     O fanciulla, nel terribile
sovvenir degli anni casti,
pensa il cielo alle vigilie
60che nel pianto consumasti.
Passa il mondo, e a te non bada,
come un ispido villan,
che calpesta sulla strada
un bel fior cresciuto invan.


     65E voi, nati dall’obbrobrio,
le incolpabili pupille
sollevate dalla polvere:
al suo regno Iddio sortille.
Chi vi niega un breve letto
70vuole il sonno a sé rapir:
sette volte è maladetto
chi vi stringe ad arrossir!


     Ma lassú nelle sue pagine,
come raggi, ha Iddio raccolto
75il sospir de la vostr’anima,
il rossor del vostro volto;
e quel cencio, che è tesoro
d’una santa povertá,
nel gran giorno in veste d’oro
80il Signor vi muterá.