Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu/112

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— Perché riman? del popolo
l’urlo e il pugnai non tenie?
che fa costui? Domestico
450sangue toscan non è.
O perché dunque, incognito
d’are, di patria e seme,
un volgo reo gli prodiga
fiori e speranze al piè?
455Via questa larva! il folgore
de’ canti suoi possiede.
Via questa larva! i facili
sonni turbar ci può.
Molti, che noi non amano,
460in questa larva han fede!
Oh tristo il di che l’ospite
Arno abitar pensò!
Ma, piú dell’altre, oh perfida
notte per noi fallita,
465che lo dovea, fra tacite
armi, di qua snidar!
Gli saria stata ignobile
sfregio l’ambigua uscita...
E invece un’egra cóltrice
470or gli diventa aitar!
E un cicalio di bamboli
sta contro noi frattanto,
e, a denunciar quest’opera,
spreca lamento e stil.
475Oh che rovente lamina
è questo reo compianto,
che penetrò le viscere
della cittá servii! —