Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu/344

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Mandan le rute colle verbene
pallida vampa, pallido fumo.
Rime funeste, rime serene,
20qui vi depongo, qui vi consumo.
Addio, di gloria stupendo nome!
addio, soave spettro d’amor!
Sento che casca dalle mie chiome
l’ultimo lauro, l’ultimo fior!
25Però corcarmi da te diviso
non posso, o cara, né tu lo puoi:
voglio inondato sentirmi il viso
dalle tue chiome, dagli occhi tuoi.
La tenue sfera non cessa un punto
30sul mio quadrante di circolar.
Corcati, o cara, ché il tempo è giunto
nelle tue braccia voglio sognar.
Sognar le verdi mie primavere,
sognar le feste del mio villaggio,
35l’irte mie balze, le mie riviere
e de’ tepenti miei soli il raggio:
sognar la vita, sognar la fama,
sognar la dolce mia libertá.
Con te la fossa, mia bella dama,
40letto di fiori mi sembrerá.
Se a noi d’intorno la neve fiocca
e tu gelata sarai dimani,
col molle soffio della mia bocca
scalderò il gelo delle tue mani.
45Corcati, o cara; prendi il tuo loco.
Folte son l’ombre; ma non temer:
portato ho meco lampada e foco,
perch’io ti voglio sempre veder.