Pagina:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu/345

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Povera amica, le tue palpèbre
50come l’orrendo sonno affatica!
come nell’ossa t’arde la febbre!
oh, come tremi, povera amica!
Prendi coraggio, fatti piú presso,
dimmi che m’ami, che mia sei tu...
55Gran Dio! l’ardente bacio promesso
sulle mie labbra non sento piú.
Ben sulla vòlta di questa fossa
sento che il negro salmo si canta;
giú giú filtrate cascar sull’ossa
60sento le gocce dell’acqua santa.
Ma tu ti svegli, ma tu rinasci,
ma tu sei bella, ma dal tuo crin
spira un profumo come se a fasci
bruciasse il nardo col belgiuin.
65Ve’ come splende sul nostro tetto
collo smeraldo misto il zaffiro!
che drappo d’oro ci copre il letto!
che molle effluvio di rose in giro!
Dea circondata di tristi larve
70no l’amorosa Morte non è:
sentire il cielo mai non mi parve
come in quest’ora vicino a te.
L’organo echeggia; s’alzan gli spenti;
portan le faci con gl’incensieri;
75candide insegne s’aprono ai venti;
ci fan corona bimbi e guerrieri.
Mia dolce estinta, prendi l’anello;
guarda che festa d’angioli è qui:
l’ultimo sogno dentro l’avello
80è il piú bel sogno dei nostri di.