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Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/109

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giare infine senza contrasti, la preoccupazione economica, alla quale manifestamente si ispirano gli articoli contro gli analfabeti e gli indigenti, non meno di quelli che subordinano le licenze governative alla considerazione della misura del salario.

Manca qui, per vero dire, il divieto per gli operai precedentemente arruolati con contratto di lavoro; anzi di simile anteriore accordo si fa una condizione pel libero ingresso; ma ciò dipende soltanto dalle descritte condizioni locali, che fanno ritenere come scopo d’im- portanza suprema il non aumentare le folle di disoccupati in attesa di impiego. Anche tecnicamente la legislazione sud-africana sull’im- migrazione si é andata perfezionando, coll’adottare rigori nuovi di repressione e di controllo sul tipo di quelli escogitati nel Transvaal; per quanto si debba riconoscere che lo spirito che le informa non è tanto odioso e vessatorio come quello di cui incontrammo in altra parte dell’impero britannico saggi stupefacenti.

La differenza risiede sostanzialmente in ciò: che mentre in Au- stralia l’esclusione della mano d’opera straniera rientra in un sistema organico elaborato ed applicato da una democrazia padrona del po- tere, nel dichiarato intento di mantenere un privilegiato livello di salari pei suoi membri, qui si tratta invece finora di provvedimenti isolati, a cui ricorre un governo non asservito alla politica di classe, per superare una crisi subitanea ed inquietante e per non accrescere le sofferenze d’una popolazione operaia temporaneamente superiore alla capacità di assorbimento e di utilizzazione delle colonie.

Cosi compresa la legislazione restrittiva potrebbe anche, fino a un certo punto, giustificarsi, facendola rientrare in quel generale ordine di provvedimenti per i quali uno Stato si studia di affrettare la normale restaurazione d’un equilibrio bruscamente alterato, atte- nuandone le ripercussioni dannose sulla classe più duramente colpita.

Occorrerebbe tuttavia a tal fine che gli espedienti adottati avesser carattere assolutamente transitorio e fossero destinati a cessare ap- pena superato il periodo di eccezionale depressione. Ma V’esperienza di tutte le manifestazioni protezionistiche troppo ci ammaestra sulla difficolta di uscire da un regime di costrizione artificiale una volta che lo si é applicato, per consentirci molte speranze circa la rinuncia ad un sistema, il quale, anziché temperarsi, non fece che segnare un crescendo incessante negli anni più vicini a noi, quando già inco- minciava a venir meno l’urgenza del male che poteva legittimarne Vanti-liberale indirizzo.

Quanto all’applicazione delle leggi, risulta che essa fu ineso- rabile. Scrivendo il 6 febbraio 1903 da Johanneshourg, Adolfo Rossi riferiva che, in un solo mese, si erano avute in quella citta non