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Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/122

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scarsa loro influenza sociale, potente egli riconosce invece l’opposi- zione della terza, nella quale si confondono e coalizzano i differenti interessi aventi con l’immigrazione comuni le sorti: vettori terrestri e marittimi, compagnie di colonizzazione, società minerarie e, in ge- nerale, tutto il mondo industriale che approfitta dell’ abbondante offerta di lavoro a buon mercato. Tende da qualche anno ad aumen- tare le forze della difesa la crescente organizzazione autonoma degli stranieri già stabiliti nel paese, molte delle cui società, specialmente germaniche, polacche, irlandesi ed israelitiche, hanno più d’una volta fatte pervenire al Congresso petizioni invocanti il rispetto alla liberta, e spingon l’ardire fino a levare la loro voce nel cuore stesso della cittadella nemica, recando in seno ai congressi unionistici una nota di moderazione, che già prevale in poche leghe dove |’elemento estra- neo è riuscito a penetrare in misura preponderante (Granite cutters’ national union)

La tendenza pratica risultante dai sentimenti, dalle convinzioni e dai tornaconti a cui obbediscono le diverse classi dianzi accennate viene poi intensificandosi da quando la costituzione della Immigration protective league (1898) riunì in fascio combattivo i disparati moventi che potevan fare argine alla marea protezionistica, riuscendo, nel- Panno 1903, a dettar conclusioni assai liberali alla conferenza nazio- nale sull’emigrazione, tenuta a New-York ad iniziativa della National civic federation (1).

Men numeroso forse, questo esercito della difesa dispone tutta- via di mezzi ingenti, quali può fornireli la coalizione del capitalismo americano; esso ha inoltre dalla sua, forza in quell’ ambiente formida- bile, l’opinione quasi concorde degli uomini d’affari, i veri creatori del- la grandezza del paese, il cui prestigio e la cui influenza sull’opinione rimane ben maggiore di quella dei politicanti, reclutati fra i parolai inetti all’azione.

Cosi soltanto si spiega la strana contraddizione che abbiamo no- tata fra il tenore dei programmi elettorali di entrambi i partiti rispetto alle nuove misure proibitive (specialmente all’educational text) e la riluttanza del Congresso ad adottarle. Di fronte alla proposta di

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  1. (1) Cfr. Boll. emigr., 1907, n. 11, pag. 31.
  2. industry , in /’orwm, vol. XLV (gennaio 1893), pag. 600 e segg.; I. H. Senner, “ A few facts and thoughts on immigration , in Independent, vol. XLV (novembre 2, 1893), pag. 1 e segg.; S. G. Croswett, “ Should immigration be restricted? , in North American review, vol. 164 (maggio 1897), pag. 526 e segg.; e K. H. CuacHorn, “ Our immigrants and ourselves , in Atlantic Monthly, vol. 86 (ottobre 1900), pag. h85e seguenti.