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Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/21

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Riservandoci di confrontare e discutere il valore di questi opposti argomenti, che troveremo ripetuti ed amplificati sull’altra sponda del Pacifico, ci limiteremo a rilevare per ora che la vittoria del pro- clamato principio della white Australia non fu, per confessione stessa dei suoi fautori, priva di inconvenienti per l’economia colo- niale.

Era invero assurda illusione supporre che i bianchi di Melbourne, di Sydney e di Brisbane potessero sostituire gli indigeni espulsi dalle piantagioni del Queensland e degli altri distretti tropicali e che d’altra parte l’industria zuccheriera fosse in grado da sé sola di far fronte al considerevole aumento nel costo della mano d’opera, neces- sario ad indurre i bianchi a sobbarcarsi al penoso lavoro. Onde il su- bitaneo regresso della industria dello zucchero e delle industrie con- nesse in quelle regioni, seguito dal manifestarvisi di minacciose cor- renti separatistiche (1). L’espediente governativo di sussidiare 1 pian- tatori che impiegassero mano d’opera bianca non approdo pratica- mente ad altro risultato che di far uscire dalle tasche dei contribuenti ingenti somme (non meno di 35 milioni di franchi dal 1906 in poi) (2), senza rialzare la declinante produttivita della gia fiorentissima indu- stria (3).

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  1. (1) Cfr. “ Les effets du socialisme d°Etat dans une démocratie. L’exemple de l’Australie , in Economiste francais, 8 novembre 1902.
  2. (2) Cfr. I. Better, “ Le socialisme & l’ceuvre. Les expériences australiennes , in Moniteur des intéréts matériels, 1909, n. 113. A conseguenze finanziarie non meno rovinose diede luogo la promulgazione di un atto complementare dei precedenti, il Post and telegraph act, contenente una clausola che interdiceva al governo di sovvenzionare compagnie di navigazione che non si impegnassero di escludere gli individui di colore dai loro equipaggi. Cid equivaleva ad un forte aumento di spesa per le societa concessionarie, che tutte preferirono disdire i contratti. E, per assi- curare il servizio, si dovette, anche in questo caso, metter mano alla borsa dei contribuenti e compensare i divieti con altrettanti sussidi. Cfr. Ibid., n. 119.
  3. (3) Cfr. “ Lettre d’Australie , in Economiste francais, 19 ottobre 1907. Anche il console C. Berroa riferisce in proposito al nostro Commissariato dell’emigrazione che “ malgrado la domanda di bianchi nelle piantagioni e il fatto che vi ¢ sempre nelle citth australiane buon numero di disoccupati, pochi si lasciano adescare a dedicarsi a quei lavori. Si ritiene dai pit che, per le condizioni climatiche locali, l'inglese non possa riuscirvi ,. Cfr. * Notizie circa le condizioni degli immigranti in Australia , in Emigrazione e colonie, 1906, vol. II, pag. 588 e seg.
  4. into British Colonies, Londra, 1898; H. Tozer, “ A white Australia , in Empire Review, novembre 1901; “ Chinese in Australia , in Quarterly Review, luglio 1888. Una delle pit: violente discussioni a favore della “ White Australia , pud trovarsi nelle colonne del Bulletin di Sydney del 1901, passim.