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Pagina:Prato - Il protezionismo operaio - 1910.pdf/44

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non venga separato dall’uomo. Ed é ugualmente un principio divino che: Ciò che Dio ha separato, non possa dalla volontà umana venir riunito. Il dito dell’Onnipossente ha sottolineato con caratteri evi- denti, differenze di colore, di caste, di sentimenti, di vita, di lette- ratura, di posizione geografica la necessita di mantenere separate le Cosi considerato il problema dell’esclusione si trasforma in un doveroso ossequio ai disegni della divina provvidenza. Spencer e la Bibbia, momentaneamente alleati, sgombrano senza fatica i il campo da qualsiasi irreverente velleità di contrarie obbiezioni (1). Ma nei caratteri fisiologici esterni non stanno, secondo un’opi- nione pure assai diffusa, gli indici pit indelebili di una diversità che nulla vale ad attenuare. Di importanza ben maggiore sono quelli | che si rivelano nelle moralita e nelle mentalita radicalmente antite- tiche. In Chinatown di S. Francisco, come in tutti i nuclei cinesi in suolo straniero, regnano sovrani il gioco, Voppio, la prostituzione ero e proprio traffico di schiave, la sudiceria anti- i nza organizzata, lo sfruttamento esoso, la degra- tose e ripugnanti (2). Cid gon separati dai

razze dell’umanita ».

fondata sopra un V igienica, la delinque dazione sociale in tutte le sue forme piu on veramente non pud dirsi dei giapponesi, che si ten loro consanguinei mongolici e adottano volentieri le esterne appa- renze dei costumi americani; ma che in realtaé non si mantengono me- j no estranei alla civilta bianca, per la mancanza d’un vero sentimento liberale e democratico, per l’immoralita incosciente della vita con- nessa al concetto in cui tengono la donna, per il difetto di religiosita che si sviluppa in loro quanto pil Vistruzione li allontana dalle super- stizioni della loro infanzia. « In cid sta i punto essenziale, dice il ye prof. Commons; perché non é la confusione fisica che unifica l’uma- nita, ma la comunanza del patrimonio intellettuale. Essere una grande nazione non significa avere lo stesso sangue, bensi possedere un’anima sola. Le disuguaglianze e le inferiorita di razze sono fondamentali sol- tanto in quanto impediscono l’assimilazione morale e mentale. Se noi sentiamo e pensiamo nello stesso modo possiamo agire insieme;

(1) Un saggio dello stesso misticismo condito di ipocrisia troviamo nel Far-Hast di Enrico Norman (citato in Avpert, pag. 212): “ Possiamo amare il Giappone, ammi- rarlo, commerciare con esso; per parte inia, non credo sia possibile conoscerlo senza amarlo ed ammirarlo, e il Giappone pud amarci, studiarci e trafficare con noi. Ma l’inglese, l’americano, il francese, il tedesco, non formano che una specie di umaniti, mentre il giapponese ne forma un’altra. Tra essi si erige, per durare eternamente, la distinzione sacra e indistruttibile delle 1azze ,.

(2) Cfr. Curster H. Rowetn, “ Chinese and Japanese immigrants. A comparison » in Annals of American Academy of political and social science, XXXIV, 2, p. 3 e seg.