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ABELL — 12 — ABEN-ZOHAR

noto sotto il nome di Gottofredo Giovanni Luigi (vedi).

ABELL (Giovanni). Musico inglese, scacciato dall’Inghilterra sotto Carlo II, come cattolico. Girò una parte dell’Europa col liuto sulle spalle, e tornò a morire in patria, al principio del secolo XIX. Pubblicò una raccolta di canzoni in varie lingue. Egli non curava il danaro e vivea pazzamente. Nel corso de’ suoi viaggi giunse a Varsavia, ed il re di Poionia volle sentirlo. Per un effetto della sua naturale stravaganza ricusò di ubbidire. Fu perciò condotto al palazzo, posto su d’una seggiola a bracciuoli, e tirato in alto in mezzo ad un’ampia sala circondata da una galleria dove andò a collocarsi la corte. Allora si fecero entrare nella sala alcuni orsi, e si propose al musico altero la scelta di cantare o di esser dato in preda a quelle fiere. Abell scelse di cantare e superò sè medesimo. Partì generosamente rimunerato ma non corretto, e fu misero in tutto il corso della sua lunga vita, conservando però sempre la bella sua voce. Si ha una raccolta delle sue canzoni, scritte in ben sette lingue, che egli seppe apprendere nei molti paesi in cui passò la sua vita.

ABEN-BITAR. Celebre botanico e medico arabo, nato a Malaga, morto a Damasco, assai vecchio nel 1248. Parla a lungo di una sua grande opera, Trattato dei medicamenti semplici, il Casiri, Bibliotheca Arabico Hispana, tom. I. p. 278. L’autore seguendo l’ordine per alfabeto, tratta di tutte le piante, delle pietre, dei metalli e degli animali che hanno una qualche virtù medica, e con tale dottrina ed esattezza che vengono spesse volte dall’autore corrette le opere di Dioscoride, Galeno e Oribazo. Nel 1602 si pubblicò a Parigi di questa grande opera il capitolo che tratta dei limoni, tradotto in latino.

ABENCERAGI. Illustre famiglia di Granata. Trasse il nome da Yussef-Ben-Zerragh, che cominciò primo, nel 1423, a figurare nella storia di quel regno, e della quale fu gran parte per oltre mezzo secolo. Delle discordie degli Abenceragi coi Zegri, altra nobile famiglia araba di Granata, della strage dei trentasei Abenceragi, cagionata dalla perfidia dei loro avversarii, e del come gli avanzi di questa famiglia si dessero finalmente alla religione cristiana, e si ponessero al servizio di Ferdinando di Castiglia, lo si ha molto bene narrato nel libro intitolato Historia de los Vandos de los Zegries y Abencerrages cavalleros moros de Granata, ecc., di un Gerez de Hita che pubblicollo come traduzione dall’arabo in Saragozza, nel 1595, e più volte in seguito ristampato. Gli Abenceragi furono tema su molti lavori storici e letterarii di De La Roche-Guilhem, Mad. De Villedieu, Mad. Scudéry, Mad. Lafayette, Florian, Chateaubriand ed altri.

ABEN-EZRA. Celebre rabbino di Toledo, fu filosofo, astronomo, medico, poeta, filologo, ecc. Viaggiò dottamente gran parte d’Europa; chi lo fa nato nel 1174, chi nel 1194; e chi vissuto 55, e chi 75 anni. Fu molto libero interprete della Bibbia. Pel primo osò sostenere che gli Ebrei non aveano passato il Mar Rosso per miracolo, ma che Mosè, giovandosi di una bassa marea, avea attraversato il golfo alla sua estremità. 11 suo metodo di interpretazione mostra in lui una forza d’intelletto ed una originalità di idee veramente singolari; rinunciando alle allegorie tasto comuni ai dottori della sua nazione, si attenne al senso grammaticale delle note e alla spiegazione letterale del testo.

ABEN-ZOHAR. Celebre medico arabo, nato presso Siviglia nel 1069, morto a Marocco nel 1161. Avendo guarito il fratello di Alì Bentamin, tiranno di Siviglia, stato avvelenato dalla propria famiglia, questa, irritata, perseguitò con accanimento il medico e lo tenne lungo tempo in prigione. Liberato e protetto da Yussef-Ben-Tascesin principe di Marocco, che aveva allora cacciati i piccoli tiranni della Spagna, ne ebbe ricchezze ed onori. Fu maestro del grande Averroe, e tra primi a congiungere lo studio della medicina colta chirurgia e colla farmacologia; porse la prima