Pagina:Primi poemetti.djvu/112

Da Wikisource.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
92 il vecchio castagno


ai cesti ch’ora a tutto ciò che cada,
aprono i lor fioretti color carne;
21e cade brina, che attendean rugiada„

Ed ella andava qualche volta a farne
per loro, e qualche volta, ch’era bello,
24menava là le vaccherelle scarne.

E con loro godeva il solicello
di fin d’ottobre, tra i castagni, sotto
27il re di tutti, un vecchio mondinello.

Sotto il re dei castagni, sur un grotto
pieno di museo, si sedea Viola,
30col gomitolo, i ferri e un calzerotto.

E gettava alle bestie una parola,
anco un toffo di terra, anco due ghiare
33con le sue mosse di canipaiola.

Ora un giorno che stava a lavorare
sotto il castagno, e che sotto i suoi sguardi
36pendean le vacche dalle stipe amare,

dei tonfi udì, come se quei bastardi
fosser lì con sassetti e con pinelle,
39chiotti, per darle briga... Erano i cardi.

Cadeano giù con le castagne belle
e nere in bocca, che sul musco arsito
42ruzzolavano fuori della pelle.