Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/177

Da Wikisource.

169

be a precettore uno di quei tanti maestri, che, anteriormente ad alcune recenti istituzioni, bazzicavano per le altrui case, o aprivano ginnasii e licei nelle proprie; dalla quale gramezza d’insegnamento non altro ritrasse il Pezzoli, com’è agevole a pensare, e secondo egli stesso ebbe a confessarmi più volte, fuorchè l’abitudine di avere carte e penna tra mano, e chinar la fronte davanti all’autorità di scrittori, sommi e mediocri tutti in un fascio, poco intesi e peggio imitati. Nè certamente vi avrà chi mi accusi se, a non farmi creatore di favole, mi reco senza più col discorso a quel tempo in cui l’amico mio cominciò a vivere la vita propria, anzichè quella ignorante e ignorata di tutti i ragazzi.

Fu all’uscire dei primi vincoli della domestica educazione ch’egli diede manifesti segni della sua vocazione agli studii, che lo portava a concorrere mattutino coi pochi frequentatori della pubblica biblioteca, facendosi pazientissimo amanuense di quanto incontrava di più pellegrino nelle letture. Ma bastava egli tanto a rifare sopra poco solidi fondamenti un saldo e bene ordinato edifizio? Viene detto comunemente, che, fino almeno a certa stagione, non altro s’impari fuorchè il metodo dell’imparare; quasichè l’insegnare un tal metodo fosse cosa da tutti, o non piuttosto, com’è, di rarissimi, e quasichè potesse disgiugnersi il metodo dall’applicazione. Buoni o cattivi tendevano tuttavia que’ primi studii tutt’altro che alla maliziosa osservazione de’ costu-