Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/187

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deve credersi frutto di giovanile inconsiderazione, s’egli è vero che questo stesso argomento, prima che si fosse dato a comporre la Gerusalemme, andasse per la fantasia di Torquato, come abbiamo dalle sue prose. Contemporaneo del Tasso, e da lui salutato poeta di primo ordine, sebbene l’augurio non si avverasse gran fatto, Tommaso Stigliani diede in luce un’epopea sullo stesso soggetto, niente meno che di trentaquattro canti. Madama Duboccage tra’ Francesi si mise a battere coraggiosa lo stesso arringo, e, se non per altro, il poema di lei non dovrebbe rimanere del tutto ignoto all’Italia per quella parte che ci diede tradotta il Parini, abbenchè lavoro assai giovanile e rifiutato ad età più tranquilla da quel maestro inimitabile di eletta poesia. Nella vita del Pindemonte scritta dall’amico mio B. Montanari si legge (lib. II, cap. 2), che quel poeta avesse pensato ancor egli a non dissimile impresa; ma dov’egli l’abbandonò, in essa da più anni si prova il principale de’ viventi poeti melodrammatici, Felice Romani. Potrei allargarmi nelle citazioni di quelli a cui parve ottimo un tale argomento, ma non credo sia questo luogo conveniente a rassegne bibliografiche.

Il Pezzoli non condusse ad atto l’immaginato poema, sebbene ne avesse di già in gran parte delineata l’orditura, e composti per soprappiù alcuni canti. Tutto questo io seppi da lui medesimo, che molti anni appresso mi raccontava di quel suo primo divisamento, e le parole sue ave-