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XIV. VOLGARIZZAMENTO DEI SALMI.


Stimò possibile il Pezzoli innestare l’evangelica moderazione e pacatezza sopra il robusto tronco dell’antico patto, e in questo egli errò senza dubbio, dacchè altro è il carattere ne’ libri dell’antico testamento, altro in quelli del nuovo. Nel primo una religione che combatte e vuole, avendo negli occhi una terra di promissione, ove slacciare i calzari, e appendere alla parete il bastone da pellegrino; nel nuovo una religione che soffre e sì anche spera, ma non altrove che in cielo, e a cui tanto suona riposo e felicità, quanto sepolcro e vita futura. Quindi da un lato passioni animose ed operanti, dall’altro rassegnate e pazienti. Percuoti Amalec fino all’ultimo capo, nè l’ancella o il giumento sottraggansi alla tua spada; è questo il grido del profeta, che condanna la pietà dei regnanti, e minaccia eccidio per l’abusato profumo del sagrifizio: perdona al nemico, e, poich’egli ha cessato di batterti a destra, offriti a lui da sinistra; è questa la voce di chi non solve ma adempie la legge. La poesia biblica ha riscontro co’ principali fra gli antichi poeti; Omero nella sola santità ne discorda: il Vangelo, bisogna pur confessarlo, da soli pochi anni ha trovato in Alessandro Manzoni chi gli desse in Italia colore ed abito conveniente di poesia.