Pagina:Prose e poesie (Carrer).djvu/43

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la cosa cammina del tenore che si legge nel seguente epigramma:

Qualunque nasce, in alto o in umil stato,
Pel naso è dalle passïon menato.
Pei filosofi sol diverso è il caso,
Menati anch’essi son, ma non pel naso;
Chè, a differenza della turba sciocca,
L’han perduto a fiutar dove non tocca.

Mi duole che a questi frivoli studii non sia conceduto meschiarsi in più serii ragionamenti; del resto vorrei condurvi nel più bello di tutti i giardini che mai fosse rischiarato dal sole. Vorrei mostrarvi in questo giardino una Psiche non favolosa, la quale, privilegiata di quanti beni può mai concedere la vita, non eccettuato il compagno delle sue gioie, dà orecchio alle insidie di un rettile che le viene infondendo il veleno della propria perversità. E in cambio del bossolo avreste un’arbore, e in luogo del fiutare l’essenza, vedreste esser recato un pomo alle labbra, pomo vago quanto altri mai a vedere, funestissimo a farne l’assaggio. Quanti giorni di miseria! Quanta vanità di desiderii! Quanta morte, dopo l’atto della donna

Lo cui palato a tutto il mondo costa!

Vi pensereste, lettori miei cari, ch’io avessi fatto disegno di guarirvi da una curiosità tanto