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Pagina:Prose e poesie (Carrer) II.djvu/203

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L’amaranto immarcescibile
     Di fragranze l’aria imbeve,
     Che alla terra ignote son.
          Al soave e casto effluvio
     Miste l’anima riceve
     48De’ beati le canzon.

Ma com’arco, tratto il calamo
     Velocissimo, s’allenta,
     Tocco il segno del desir;
          Da quel sogno, da quell’estasi
     Riede l’anima contenta
     54Alla veglia dei sospir.

Da qual mai sì nobil arbore
     Un licore si distilla
     Che perpetui il mio sognar?
          Colle dolci attese tenebre
     Chi mi vela la pupilla,
     60Stanca il mondo di mirar?

Vana inchiesta! È Dio che limite
     Pose al vol dell’intelletto,
     Dio che al mare un di parlò:
          Sorgi pur cruccioso e tumido,
     A quel lido, o mar, t’aspetto;
     66Fin là vieni; più là no!