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Pagina:Prose e poesie (Carrer) II.djvu/207

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Ahi! se più tarda era l’aita, io questi
     Fiori, che avvolgo a dotta fronte intorno,
     Offerti avrei nel lugubre soggiorno
                         36Sovra i marmi funesti.

Oh non sempre bugiarda, e all’uom fatale,
     Arte di Podalirio e Macaone!
     E Tu degno di canti e di corone
                         40Fisico egregio! Quale

Se Natura suoi dritti a lui fidasse,
     Ei del force tremendo armò la mano,
     Ed afferrò la reluttante invano
                         44Cara salma, e l’estrasse.

Che cor, madre, fu il tuo, quando sul core
     Ti scese il primo pueril vagito,
     E pullular nell’animo smarrito
                         48Sentisti un nuovo amore?

Oh santo amor di madre, onde diriva,
     Qual da fonte purissima celeste,
     L’assidua fiamma che natura investe,
                         52E l’universo avviva!