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I.
Quell’antica, vorace ira secreta,
Che vien compagna a’ miei verd’anni, e in mente
Torva mi rugge e in cor, nè mai s’acqueta,
4E son per lei tutt’altre cure spente,
Fu già sete di gloria e speme lieta,
Ahi vota speme! e dileguò repente;
Si fe vergogna poscia e sdegno e pieta
8Di mia terra natale e di mia gente.
Il core alfin mi vinse e l’intelletto
Amor; ma non per esso altro è il tenore
11Del nero fato a cui nacqui soggetto.
Venne seco la tema ansia e il furore
Nè pace io spero in me l’ire e il sospetto
14Immortali vivran come l’amore.