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crescere la somma delle sue reità, la fanno minore di quella sarebbe per rispetto ad un vizio solo; e un uomo all’incontro in cui concorra più d’una virtù, anzichè essere maggiormente stimato che se ne possedesse una sola, lo è meno. Non si può negare che, di qualunque fatta essi sieno, non abbiano i vizij tutti una comune radice, e non altrimenti è d’uopo conchiudere delle virtù; donde avviene egli adunque (per usare un’immagine materiale) che sostanze, nelle quali v’è affinità di natura, non possano insieme amicarsi, e cospirare ad un fine comune?
Terenzio è calunniatore. Non c’è genere di menzogna che non esca della nocente sua bocca. Ma Terenzio è anche un cotal bizzarro cervello da non potersene mai cavare il costrutto di una deliberazione assennata. Da molti gli si dà il nome di originale, e ciò il lava in gran parte dalla macchia di calunniatore. Dicesi da taluno, a cagion d’esempio, di lui parlando: quanto egli mise fuori in proposito della onestà di quel negoziante è pretta menzogna. Ove ciò s’udisse d’altri che di Terenzio, la brigata intuonerebbe a coro che calunniatore! Trattandosi di Terenzio, la più parte contentasi di esclamare: che originale! Originale? Che ha che fare l’originalità colla bricconeria? Se Terenzio, oltre all’essere calunniatore, è anche strambo, sia doppiamente disprezzato pel doppio difetto. No, si-