Pagina:Prose e poesie (Carrer) III.djvu/216

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il suo è far ciò che si deve, si dà dunque a quale cuno più di quello che gli si compete. Allora le trombe suoneranno, e scoppieranno i battimani della moltitudine, la quale vuol essere soggiogata dalla maraviglia. Finché la bilancia è in bilico nou se n’ha cigolio; facciamo che trabocchi da una parte o dall’altra, affinchè lo strepito della discesa sia cagione alla gente di girar la testa a guardare che c’è di nuovo. O cerretani di benefizii, anche voi avete il vostro palchetto e le vostre ampolle. Quanto a me mi diletto di vedere le vostre sfarzose comparse, ma dico poi fra me stesso: qui c’è soperchio; e mi ritiro a tributare la mia venerazione ove le cose si fanno con misura, e gli specifici si distribuiscono all’uopo e senza suono di tromba. Che volete? Voi nel soperchio, io forse peccherò nel restio. Pur tutti gli uomini sono condannati ad urtar negli estremi!