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Pagina:Prose e poesie (Carrer) III.djvu/49

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vrebbe esser la nuca, a somiglianza di que’ dannati, onde scrisse il poeta:

               Che dalle reni era tornato il volto,
               E indietro venir li convenia,
               Perchè il veder dinanzi era lor tolto.

Sarebbero costoro da porre insieme con quella beata famiglia d’uomini che, come suol dirsi, pensano colle calcagna? Certo che quando ti credi esser da essi guardato hanno gli occhi a tutt’altra parte, e quando credi di passarne inosservato sei loro davanti. E quello che diciamo delle persone può dirsi egualmente delle cose e degli avvenimenti di questo mondo. In forza di questa considerazione egli è da por mente a ben distinguere quale sia il dritto vero, e quale il vero rovescio, chi voglia cansare i danni che possono derivare dal non conoscere un così fatto scollocamento, danni che non sono piccioli nè di numero nè d’intensità. Perchè se altri mi mostra la nuca, gli farò di berretta come fosse la faccia?

Cautela pertanto e finezza di giudizio non poca, prima di prendere alcun partito, e ben esaminare ogni rovescio di tutti que’ dritti che ne si mostrano; rassegnazione e mitezza d’animo, quando il partito sia preso, a tollerare tutti que’ rovesci che non possono mai andare disgiunti dai loro diritti. E prima ancora di entrar in verun esame, e di abbandonarci a veruna speranza, considerare se