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Pagina:Prose e poesie (Carrer) IV.djvu/170

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parer mio, ha qui toccato un gran punto. Ma, viva dio! nella Borgia, che ha che fare l’amore materno, con tutte le prostituzioni, e gli avvelenamenti descritte e operati nel dramma? Che ha che fare? domando, e domando a chi cerca gl’intimi legami che devono avere le parti tra loro per produrre un effetto durabile ed alto, non a chi si contenta degli apparenti. Oltre che, è egli bisogno a far sensibile la bellezza dell’amore materno il gettarlo nella pozzanghera di tutti i vizii, quasichè non avesse in sè stesso attrattive bastanti, anche messo da lato a molti altri affetti, essi pure nobili e dolci? E perchè in luogo di celebrare la colleganza di un sentimento si augusto colle più brutte passioni, colleganza che quand’anche si tenga possibile è da desiderare che non fosse, non dipingerlo quasi mercede accordata dal cielo a molte al tre virtù? Quanto è nocevole quella dottrina (parlo sempre riguardo all’arte) che insegna potersi riabbellire colle passioni un’anima dalle passioni medesime deformata; tanto utile sarebbe l’altra che inculcasse coll’efficacia delle drammatiche imitazioni doversi considerare certe virtù come premii accordati a chi ha ben meritato, anzichè come titoli a meritare. Tali virtù premiatrici esser dovrebbero appunto quelle che concorrono a promovere ogni civile felicità; di che l’anima onesta non attenderebbe più dagli uomini e dalla fortuna le ricompense, si